
IL CIRCOLO SCHERMA NAVACCHIO FESTEGGIA 50 ANNI E INTITOLA IL SUO PALAZZETTO AL FONDATORE CARLO MACCHI
CASCINA – Chiamatelo pure Palascherma “Carlo Macchi”. L’intitolazione dello splendido impianto di Cascina che fu inaugurato nel 2009, realizzazione d’un sogno visionario del suo ideatore, è stata annunciata ieri sera durante i festeggiamenti per il 50° anniversario del Circolo Scherma Navacchio. E s’è trattato di uno dei tanti momenti toccanti di una serata di celebrazioni e soprattutto di emozioni.
Un viaggio nel tempo dal 1974, dunque dalle prime lezioni tenute dal maestro Carlo Macchi nei corridoi d’una scuola media e successivamente in una falegnameria, al 2024, e cioè alla doppia medaglia olimpica del nipote del “professore”, Filippo Macchi, il mattatore di Parigi 2024 e testimonial ideale di questo compleanno speciale del suo Circolo. Sul palco lo ha affiancato un campione, amico e compagno di squadra, Alessio Foconi, tra duetti e divertimento.
La serata, aperta dalla proiezione un Docufilm che ha ripercorso attraverso i racconti di tanti protagonisti questa avventura lunga mezzo secolo, è diventata l’occasione per parlare di alcuni tra i temi più importanti del Circolo e quindi anche della scherma italiana, con tre “testimoni” di epoche diverse, Luciano Gambini, Roberto Tarfano e Tommaso Ciabatti, a rappresentare idealmente il CS Navacchio dagli albori ad oggi.
S’è parlato della palestra come “grande famiglia”, dell’appartenenza, dello spirito di gruppo di atleti e genitori e dell’orgoglio di “quei bimbi di provincia” che con i loro successi in pedana spiegarono a tutti “dov’è Navacchio” già nelle prime edizioni del Gran Premio Giovanissimi a cui partecipavano a Roma. E poi la scherma integrata e inclusiva, la nascita del movimento paralimpico e l’attenzione a non vedenti e ludoscherma, con un commosso applauso anche nel ricordo di Antonio Di Ciolo.
Con sincera emozione, il Presidente federale Paolo Azzi, ha ricordato il ruolo che Navacchio ha avuto nella storia della scherma italiana, per schermidori “formati” ma soprattutto per le generazioni di sportivi che lì sono cresciute, le sue personali lezioni da allievo con il maestro Carlo Macchi, fino al bacio al cielo di Filippo per il titolo europeo vinto nel giugno 2023 a Plovdiv.
Dopo gli interventi del Sindaco di Cascina, Michelangelo Betti, degli assessori comunali al Bilancio, Paolo Cipolli, e allo Sport, Francesca Mori, e della Consigliera della Provincia di Pisa, Cristina Bibolotti, si sono ritrovate sul palco le anime del Circolo, con la Presidente – e moglie di Carlo – Antonella Del Tredici e tutta la famiglia Macchi con Simone e Leonardo, Michela Zurlo e Ilaria Di Sacco, per l’intitolazione del Palascherma.
Gran finale ispirato da una frase del maestro Carlo Macchi: “S’impara giocando. Chi non gioca è un bambino triste”. E allora via a un momento giochi, tra due squadre capitanate rispettivamente da Filippo Macchi e Alessio Foconi, sfidatesi in cinque sessioni ciascuna con protagonisti atleti dei cinque decenni, dal ’74 ad oggi. Vittoria per 3-2, allo spareggio, della squadra di Pippo, tra gli applausi d’un pubblico speciale, in cui campioni e medagliati olimpici si “confondevano” tra ex atleti che la scherma l’hanno lasciato da decenni, e però che hanno voluto esser lì, a festeggiare una storia lunga 50 anni ch’è, evidentemente, parte importante della loro vita.